


Massiccio del Pollino
Caratteristiche generali
Il massiccio del Pollino, cuore dell’omonimo Parco Nazionale (il più vasto d’Italia), si estende tra la Basilicata e la Calabria e rappresenta la catena montuosa più imponente dell’Appennino Meridionale.
Le sue cime principali, come il Serra Dolcedorme (2267 m) – vetta più alta dell’Appennino meridionale – il Monte Pollino (2248 m), il Serra del Prete (2181 m) e il Serra di Crispo (2053 m), dominano un paesaggio selvaggio e grandioso.
Dalle vette si apre un panorama che abbraccia il Tirreno, lo Ionio, le montagne lucane del Sirino e dell’Alpi, e nelle giornate più limpide spazia fino all’Etna e alle coste della Puglia.
Origine del nome
Il nome “Pollino” potrebbe derivare dal latino “Apollinum”, legato al culto del dio Apollo, diffusissimo nell’antichità nell’Italia meridionale.
Un’altra ipotesi fa riferimento al termine “pullus” (colore scuro), richiamando l’aspetto cupo e roccioso del massiccio visto da lontano.
Geologia e tracce del passato
Il Pollino è costituito principalmente da calcari e dolomie, ricchi di fossili marini, che testimoniano l’antichissima origine geologica della catena.
Il carsismo ha modellato il paesaggio con doline, grotte e inghiottitoi, tra cui la celebre Grotta del Romito (Papasidero, Calabria), che custodisce incisioni rupestri e resti umani di 12.000 anni fa.
Numerosi ritrovamenti paleontologici e archeologici ne confermano il ruolo di crocevia di civiltà e habitat di animali preistorici.
Idrografia e ambienti naturali
Il Pollino è uno spartiacque naturale tra il bacino del Tirreno e quello dello Ionio, ed è ricchissimo di acque sorgive e fiumi come il Lao, il Sinni e il Raganello, che hanno inciso profonde gole e canyon spettacolari.
Il massiccio è famoso per ospitare il simbolo del Parco: il Pino Loricato (Pinus heldreichii), autentico relitto glaciale che cresce sulle creste battute dal vento, assumendo forme scultoree.
Accanto a esso si sviluppano boschi di faggio, abete bianco, acero e quercia, habitat ideale per lupo appenninico, capriolo, aquila reale e numerose specie rare.
Aspetti paesaggistici e culturali
Il Pollino non è solo montagna, ma anche un territorio di culture millenarie: villaggi arbëreshë (di origine albanese) mantengono ancora oggi lingua e tradizioni, mentre borghi come Rotonda, Morano Calabro e Viggianello custodiscono un ricco patrimonio storico e architettonico.
Dal punto di vista escursionistico, il Pollino offre itinerari spettacolari: dalle Dolomiti Lucane del Monte Sellaro alle creste della Serra di Crispo, fino alla lunga salita al Serra Dolcedorme.
È considerato un “santuario naturale” del Mediterraneo, dove natura selvaggia, storia e spiritualità si incontrano in un unico scenario grandioso.
